domenica 11 marzo 2012

Nasce La Ghianda...

L’Associazione Culturale “La Ghianda” nasce il 5 marzo del 2011,
da un’idea della Dott.ssa Maria LO BIANCO
(Psicologa, Psicoterapeuta dell’età evolutiva)
 e della Psmta Karina CALEGARI
(Psicomotricista in area educativa, preventiva e di aiuto),
due professioniste provenienti da un’impostazione psicopedagogica convergente in un unico sguardo multidisciplinare.


 Perchè La Ghianda?


J. Hillman, pensatore e analista junghiano,
propone, negli anni settanta, la “Teoria della ghianda”:
la Ghianda, al cui interno è racchiusa la vocazione, la motivazione a diventare quell’unica e splendida quercia che cercherà di essere.
Hillman sostiene che ogni persona ha in sé un’unicità e irripetibilità,
 un carattere che chiede costantemente di essere vissuto,
una vocazione ad essere quell’unico e irripetibile individuo,
ad essere la quercia alta e frondosa,
o bassa e massiccia che la ghianda  ha scelto,
in un tempo fuori dal tempo.



L’Associazione “La Ghianda” propone, quindi, un metodo interdisciplinare dove la clinica, l’educativo e la prevenzione trovano un punto in comune e per tale motivo si prefigge i seguenti scopi:
                    Creazione di uno spazio e di un tempo appositi per aiutare bambini e adulti
                           a vivere più serenamente nella ricerca dell’equilibrio tra i propri bisogni e
                           richieste dell’ambiente, tra realtà interiore e adattamento esterno.


 Creazione della cultura della relazione, della comunicazione e dello stare bene con un particolare modo di concepire il bambino: essere globale, unità somato-psichica.
 
Lavoro sul mondo intrapsichico infantile, sulle produzioni simboliche e sulle loro trasformazioni, lavoro che va a costituire il punto di integrazione indispensabile tra processi intra e inter-soggettivi. Il bambino, infatti, è visto come punto d'incontro tra aspetti organici e psichici, tra elementi individuali e interpersonali, tra conoscenza del reale e vissuto fantasmatico.


 Particolare attenzione alle dinamiche familiari giacché la presa in carico dei genitori costituisce parte integrante del lavoro con i bambini. La contestualizzazione del disagio e della patologia richiede, infatti, un attento esame delle relazioni con le figure genitoriali e la terapia necessita della capacità di stabilire una doppia alleanza per consentire un cambiamento di tutti i partecipanti. Il bambino è al centro di reti di relazioni tra adulti che richiedono allo psicoterapeuta e allo psicomotricista la capacità di cogliere i diversi vertici di ascolto, per restituire la complessità della situazione e articolare un progetto di prevenzione o terapeutico.


"Il futuro di ogni quercia è nascosto in ogni ghianda" J.Hillman

2 commenti:

  1. Buonasera, l'ANUPI mi ha dato indicazioni di contattare la vostra associazione e parlare con Karina Calegari per una terapia per mia figlia di 5 anni. non trovando alcun recapito chiedo cortesemente di contattarmi a lfiata@hotmail.com.

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  2. Buona giorno non trovo un vostro numero per poter contattarmi con voi.

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